mercoledì 14 ottobre 2015

EMENDARE

v. tr. [dal lat. emendare, der. di mendum «menda, difetto»] Toglier via le imperfezioni, i difetti

Visto il recente dibattito sulla legge sulle unioni civili, pubblico il testo originale di un articolo pubblicato su https://biviopedagogico.wordpress.com/2015/03/28/buoi-e-tuoi-dei-gusti-tuoi/


«Quando ho capito che aleggiava lo spettro che il mio emendamento fosse un cavallo di Troia per consentire le adozioni ai gay — dichiara la senatrice del Pd Francesca Puglisi — ho preferito ritirarlo e salvare una legge che fa fare un importante passo avanti ai diritti dei bambini»
L’emendamento in questione prevedeva l’estensione dell’adozione ai singoli.
«Ritiro l’emendamento - ha concluso - perché so che l’ottimo a volte è nemico del bene e questa legge, se approvata, consente davvero di fare notevoli passi avanti in materia di diritti dei bambini».
Sia chiaro nulla è mai facile come sembra e non ritengo di aver approfondito a sufficienza la questione in modo da poter offrire il mio punto di vista. E’ invece interessante sottolineare i diversi paradossi che questa vicenda ha contribuito involontariamente ad evidenziare.

I Paradosso
La menzogna
Se solo fossimo sicuri che le coppie gay non facessero finta di essere single (cosa peraltro inevitabile già che non permettono loro di sposarsi), allora l’emendamento potrebbe essere anche approvato. Per ovviare alla questione basterebbe chiedere ai gay di fare un patto di ferro e di non camuffarsi da single, ma, niente, sappiamo tutti che sono talmente mefistofelici che pur di adottare i bambini si fingerebbero single e senza fidanzati.
Corollario al primo paradosso (o anche detto archetipo dell’opportunismo gay)
Già che i gay son proprio cattivi dentro, rinuncerebbero anche alla battaglia sul diritto al matrimonio tra coppie omosessuali pur di poter adottare dei bambini (e poi diciamocelo il matrimonio oramai non conviene nemmeno).

II paradosso
La salute
L’emendamento sarebbe approvabile se l’omosessualità venisse, finalmente, inserita nell’elenco delle malattie.
Basterebbe vincolare il single, candidato alla adozione, alla presentazione di regolare certificato di buona salute.
D’altronde se l’omosessualità non è una cosa normale, dovremo pur catalogarla in qualche maniera e sottrarla dal limbo in cui vagola da tempo. Lo status di malattia le restituirebbe una collocazione epistemologica certa e, tra l’altro, l’omosessuale potrebbe finalmente emanciparsi in termini di identità.

III paradosso
La trasmissione
L’omosessualità se fosse una malattia conseguentemente sarebbe trasmissibile.
Infatti è risaputo che anche la sola assidua frequentazione – figuriamoci una famiglia con genitori gay – induce tendenzialmente alla omosessualità.
I Corollario al terzo paradosso (per chi non crede alla trasmissibilità)
La trasmissibilità magari non avviene in forma meccanica e deterministica ma possiamo pur dire che certo crea un ambiente favorevole allo sviluppo della omosessualità o, comunque, più permissivo sul tema della omosessualità.
II Corollario al terzo paradosso (per chi non crede al favoreggiamento)
Forse è solo una questione di morale. L’omosessualità infatti è perlomeno immorale e se anche una coppia gay magari non dovesse trasmettere il seme della omosessualità di certo non educherebbe a condivisibili principi morali di base.
D’altronde i gay sono anche un po’ tutti pedofili. Non per niente non è il caso nemmeno che insegnino nelle scuole primarie.
III Corollario al terzo paradosso (per chi non crede nemmeno nella immoralità ma crede nell’educazione)
La coppia genitoriale è un modello che il figlio apprende e riproduce. Le coppie gay vengono ritenute capaci di riprodurre modelli genitoriali positivi. Si collocano quindi tra le più competenti sul piano della genitorialità.
IV Corollario al terzo paradosso (per chi ritiene che il corollario precedente non abbia centrato esattamente il problema)
La coppia genitoriale è sì un modello che il figlio apprende e riproduce. Ma offre un modello negativo. Come tutte le coppie devianti induce a deviare diventando omosessuali.
Prolungamento al IV corollario: o anche solo delinquenti in genere.
V Corollario al terzo paradosso (per chi ritiene che il corollario precedente debba spingersi un attimo oltre)
La coppia genitoriale è sì un modello che il figlio apprende e riproduce. Ma offre un modello negativo. Nel senso che crea traumi poiché il figlio non distingue più ciò che è normale da ciò che non lo è.
VI Corollario al terzo paradosso (per chi ritiene che il corollario precedente non abbia considerato l’evidenza e l’autenticità propria del problema)
La coppia genitoriale è sì un modello che il figlio apprende e riproduce. Ma offre un modello che desta problemi. Infatti non può che creare disagio o a traumi poiché il figlio è comunque costretto a fare una fatica in più che, data la sua storia di sfortunato figlio adottivo, dovremmo evitargli.
Prolungamento al VI corollario In generale anche senza avere chissà quale storia alle spalle, ma perché mai un figlio dovrebbe occuparsi di fare anche i conti con il disagio che produce la frequentazione quotidiana di genitori gay, sono pesanti!!

IV paradosso
Anormalità
Il figlio adottivo ha diritto a ristabilire un quadro di normalità genitoriale.
L’omosessualità anche se fosse tollerabile, una questione di gusti o una qualche categoria dell’essere certo non è normale.
I Corollario al quarto paradosso (per chi si intende di algebra e ritiene il quarto paradosso troppo giudicante)
Il figlio adottivo ha diritto a ristabilire un quadro di normalità genitoriale. E’ una questione algebrica: i genitori naturali sono due e sono del segno “più” e “meno”. Tutta la numerazione successiva deve sempre essere pari e composta da due opposti.
II Corollario al quarto paradosso (per chi ritiene che i problemi nella vita siano già abbastanza)
Il figlio adottivo ha diritto a ristabilire un quadro di normalità genitoriale.
Già che l’adozione impone di affrontare questioni specifiche di quella esperienza, la questione della omosessualità della coppia genitoriale aggiunge una problematica ce manda in tilt quella esperienza.

p.s.
Per taluni questi qui descritti non sono paradossi ma principi
p.p.s.
Se non avete mai avuto un accenno di sorriso leggendo questo testo ci sono solo due possibilità. O siete persone oltremodo seriose oppure viviamo in due mondi diversi. In ogni caso non vorrei mai frequentarvi. 

Nessun commento:

Posta un commento