v. tr. [dal
lat. emendare, der. di mendum «menda, difetto»]
Toglier via le imperfezioni, i difetti
Visto il recente dibattito sulla legge sulle unioni civili, pubblico il testo originale di un articolo pubblicato su https://biviopedagogico.wordpress.com/2015/03/28/buoi-e-tuoi-dei-gusti-tuoi/
«Quando
ho capito che aleggiava lo spettro che il mio emendamento fosse un cavallo di
Troia per consentire le adozioni ai gay — dichiara la senatrice del Pd
Francesca Puglisi — ho preferito ritirarlo e salvare una legge che fa fare un
importante passo avanti ai diritti dei bambini»
L’emendamento in questione prevedeva l’estensione
dell’adozione ai singoli.
«Ritiro l’emendamento - ha concluso - perché so che
l’ottimo a volte è nemico del bene e questa legge, se approvata, consente
davvero di fare notevoli passi avanti in materia di diritti dei bambini».
Sia chiaro nulla è mai facile come sembra e non
ritengo di aver approfondito a sufficienza la questione in modo da poter
offrire il mio punto di vista. E’ invece interessante sottolineare i diversi
paradossi che questa vicenda ha contribuito involontariamente ad evidenziare.
I Paradosso
La menzogna
Se solo fossimo sicuri che le coppie gay non
facessero finta di essere single (cosa peraltro inevitabile già che non
permettono loro di sposarsi), allora l’emendamento potrebbe essere anche
approvato. Per ovviare alla questione basterebbe chiedere ai gay di fare un
patto di ferro e di non camuffarsi da single, ma, niente, sappiamo tutti che
sono talmente mefistofelici che pur di adottare i bambini si fingerebbero single
e senza fidanzati.
Corollario al primo paradosso (o anche detto archetipo dell’opportunismo gay)
Già che i gay son proprio cattivi dentro,
rinuncerebbero anche alla battaglia sul diritto al matrimonio tra coppie
omosessuali pur di poter adottare dei bambini (e poi diciamocelo il matrimonio
oramai non conviene nemmeno).
II paradosso
La salute
L’emendamento sarebbe approvabile se l’omosessualità
venisse, finalmente, inserita nell’elenco delle malattie.
Basterebbe vincolare il single, candidato alla
adozione, alla presentazione di regolare certificato di buona salute.
D’altronde se l’omosessualità non è una cosa
normale, dovremo pur catalogarla in qualche maniera e sottrarla dal limbo in
cui vagola da tempo. Lo status di malattia le restituirebbe una collocazione epistemologica
certa e, tra l’altro, l’omosessuale potrebbe finalmente emanciparsi in termini di
identità.
III paradosso
La
trasmissione
L’omosessualità se fosse una malattia conseguentemente
sarebbe trasmissibile.
Infatti è risaputo che anche la sola assidua
frequentazione – figuriamoci una famiglia con genitori gay – induce
tendenzialmente alla omosessualità.
I Corollario al terzo paradosso (per chi non crede alla trasmissibilità)
La trasmissibilità magari non avviene in forma
meccanica e deterministica ma possiamo pur dire che certo crea un ambiente
favorevole allo sviluppo della omosessualità o, comunque, più permissivo sul
tema della omosessualità.
II Corollario al terzo paradosso (per chi non crede al favoreggiamento)
Forse è solo una questione di morale.
L’omosessualità infatti è perlomeno immorale e se anche una coppia gay magari
non dovesse trasmettere il seme della omosessualità di certo non educherebbe a condivisibili
principi morali di base.
D’altronde i gay sono anche un po’ tutti pedofili.
Non per niente non è il caso nemmeno che insegnino nelle scuole primarie.
III Corollario al terzo paradosso (per chi non crede nemmeno nella immoralità
ma crede nell’educazione)
La coppia genitoriale è un modello che il figlio
apprende e riproduce. Le coppie gay vengono ritenute capaci di riprodurre
modelli genitoriali positivi. Si collocano quindi tra le più competenti sul
piano della genitorialità.
IV Corollario al terzo paradosso (per chi ritiene che il corollario precedente
non abbia centrato esattamente il problema)
La coppia genitoriale è sì un modello che il figlio
apprende e riproduce. Ma offre un modello negativo. Come tutte le coppie
devianti induce a deviare diventando omosessuali.
Prolungamento al IV corollario: o anche solo delinquenti in
genere.
V Corollario al terzo paradosso (per chi ritiene che il corollario
precedente debba spingersi un attimo oltre)
La coppia genitoriale è sì un modello che il figlio
apprende e riproduce. Ma offre un modello negativo. Nel senso che crea traumi
poiché il figlio non distingue più ciò che è normale da ciò che non lo è.
VI Corollario al terzo paradosso (per chi ritiene che il corollario
precedente non abbia considerato l’evidenza e l’autenticità propria del
problema)
La coppia genitoriale è sì un modello che il figlio
apprende e riproduce. Ma offre un modello che desta problemi. Infatti non può
che creare disagio o a traumi poiché il figlio è comunque costretto a fare una
fatica in più che, data la sua storia di sfortunato figlio adottivo, dovremmo
evitargli.
Prolungamento al VI
corollario In generale anche senza avere chissà quale storia alle
spalle, ma perché mai un figlio dovrebbe occuparsi di fare anche i conti con il
disagio che produce la frequentazione quotidiana di genitori gay, sono pesanti!!
IV paradosso
Anormalità
Il figlio adottivo ha diritto a ristabilire un
quadro di normalità genitoriale.
L’omosessualità anche se fosse tollerabile, una
questione di gusti o una qualche categoria dell’essere certo non è normale.
I Corollario al quarto paradosso (per chi si intende di algebra e ritiene il
quarto paradosso troppo giudicante)
Il figlio adottivo ha diritto a ristabilire un
quadro di normalità genitoriale. E’ una questione algebrica: i genitori naturali
sono due e sono del segno “più” e “meno”. Tutta la numerazione successiva deve
sempre essere pari e composta da due opposti.
II Corollario al quarto paradosso (per chi ritiene che i problemi nella vita
siano già abbastanza)
Il figlio adottivo ha diritto a ristabilire un
quadro di normalità genitoriale.
Già che l’adozione impone di affrontare questioni
specifiche di quella esperienza, la questione della omosessualità della coppia genitoriale
aggiunge una problematica ce manda in tilt quella esperienza.
p.s.
Per taluni questi qui descritti non sono paradossi ma principi
p.p.s.
Se non avete mai avuto un accenno di sorriso leggendo questo testo ci
sono solo due possibilità. O siete persone oltremodo seriose oppure viviamo in
due mondi diversi. In ogni caso non vorrei mai frequentarvi.