venerdì 27 giugno 2014

GIANO

Una scrivania per due.
A tre anni e mezzo si conclude il piano triennale di arredamento della casa. Iniziato come un gioco si è trasformato in una passione.
Un ultimo pezzo bifronte, bello, per me divino; Giano. Non sono modesto quando si tratta della mia passione. Voglio stupire, dare piacere. Solo qui.

La mia perizia, così come la malizia, crescono.
Mantengo la vocazione al riciclo, al desiderio di raccontare una storia. Sul piano le trentennali mensole della stanza dove eravamo bimbi dialogano con  le assi ritrovate nel vespaio sotto casa.






Cresce la competenza con l'approdo alla saldatura: l'architettura delle gambe è composta da sbarre di metallo incrostate, arrugginite, ritrovate, al solito, in questa casa.




Aumenta  l'audacia nei tagli e nella composizione. Sperimento campiture, cerco giochi di colore. Su questo posso contare sulla bella compagna che da sempre, con me, progetta, osserva, interviene, riprende, rimbrotta, approva, alza di continuo l'asticella delle aspettative e della richieste. Che motiva: forse per questo desidero tanto colpire ed appagare.




Concludo il lavoro dandogli il nome del dio del continuo principio. Giano, il dio latino di gennaio che ogni anno principia permettendo così il momento del passaggio e quindi il divenire, il tempo.













Qui non chiudo il lavoro, mi sono attrezzato ad iniziare.